Il 27 gennaio è dedicato al “Giorno della Memoria” che ricorda la liberazione, avvenuta nel 1945, del più drammaticamente emblematico campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau in Polonia. Con la legge n. 211 del 20 luglio 2000, in questa data la Repubblica Italiana commemora i milioni di vittime innocenti dell’Olocausto, della persecuzione delle leggi razziali, delle deportazioni, della prigionia e della morte prima e durante la seconda guerra mondiale, e rivolge un pensiero grato a quanti si opposero a questa tragica pagina della storia salvando vite e proteggendo i perseguitati, anche a rischio della propria esistenza. Le testimonianze dei sopravvissuti di Auschwitz rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo gli orrori del genocidio nazista, la condizione disumana dei prigionieri, la crudeltà dell’intolleranza, la negazione della dignità e la perdita di ogni speranza.
“Sono di razza umana”, rispose Albert Einstein all’Ufficio Immigrazione degli Stati Uniti, interrogato su quale fosse la sua razza. È un monito a vigilare affinché la società in cui viviamo sia davvero multiculturale in un armonico orizzonte sociale di coesistenza e interazione delle diversità. Purtroppo, ancora oggi, in molti Paesi sono drammaticamente attuali i conflitti bellici, le oppressioni e le discriminazioni di religione, credo politico, razza, genere e condizioni economiche. Come ogni anno, la “Giornata della Memoria” verrà celebrata con cerimonie pubbliche, manifestazioni e iniziative dedicate soprattutto alle giovani generazioni, affinché riflettano su un baratro storico e sui mali del mondo generati dall’odio.
La Shoah è stata una tragedia senza precedenti, ma è anche importante che tutta questa sofferenza non cada nell’oblio delle coscienze. Per quanto dolorosi, quei momenti bui devono restare ben presenti nella mente e nel cuore di coloro cui è affidato il futuro dell’umanità. Perché non si ripetano, perché la pace, la giustizia e la tolleranza nei confronti dei “diversi”, siano essi di altra etnia o religione, prevalgano e si affermino sempre come valori universali.