Il libro dello scrittore siciliano residente a Parigi, Pascal Schembri, La Libertà non è di questo mondo (Armando Curcio Editore) è veramente unico, straordinario ed innovativo per stile, forma e contenuti. Si tratta di un romanzo di rivendicazione sociale con forti tratti psicologici dei personaggi che sono tratti da storie vere.
In effetti in tutto il ventesimo secolo ed anche nel ventunesimo la donna continua ad essere oggetto di soprusi, violenza, rapimenti e mancanza assoluta dello stato di libertà. Per questo, in modo metaforico e sicuramente geniale, Schembri cita nel libro la cosiddetta Tratta delle Bianche facendo riferimento per opposti contrari alla tratta delle nere che ebbe inizio dal 1400 in poi soprattutto in America. Oggi tutto ciò ancora avviene sotto gli occhi o forse sotto l’indifferenza di una Europa nella quale tante problematiche rimangono solo dei simboli o delle rivendicazioni su dei fenomeni per gran parte non risolti. Lo scrittore, pluripremiato e molto prolifico. ha ottenuto numerosi riconoscimenti di critica, di pubblico e di vendita ed è stato celebrato in numerosi premi nazionali ed internazionali. Tre donne raccontano un secolo di violenza e totale mancanza di libertà fondamentali verso le stesse con grande forza e coraggio. Attraverso questo escamotage scenografico, l’autore racconta e rivendica maggiore attenzione su questo tema e lo fa raccontando tempi diversi, età anagrafiche diverse e territori eterogenei e differenti, ma che raccontano gli stessi drammi.
Pascal riesce a dare degli straordinari ritratti psicologici delle donne protagoniste del romanzo e riesce a raccontare con grande sensibilità e capacità stilistica delle tragedie di violenze, rapimenti e stati di messa in prigionia perpetua delle malcapitate protagoniste.
In questo romanzo di rivendicazione esistono un grande senso giornalistico e la capacità di cogliere la contemporaneità cercando di raccontare i drammi nella profondità psicologica e sociologica e non solo quando vengono dati i fatti di cronaca.
Emblematica e suggestiva anche la frase simbolo del romanzo: “L’energia femminile sopravvive e conquista l’acido mondo degli uomini”.