La delegazione di Pescara Aternum dell’Accademia Italiana della Cucina ha ricordato la cucina al tempo di Dante.
Il 13 novembre u.s. la Delegazione Pescara Aternum dell’Accademia italiana della Cucina, con tanti ospiti, con lo studioso Dante Marianacci e l’attrice Franca Minnucci hanno celebrato il cibo nel 700° anniversario dalla morte di Dante Alighieri.
Molto interessante è stata la ricerca fatta dal Simposiarca Vincenzo D’Antuono, organizzatore della serata culinaria, con la quale ha intrattenuto gli intervenuti parlando del tempo di Dante Alighieri, quando la tavola era il centro della vita quotidiana con i suoi riti e le sue pietanze: una tavola sempre ricca di vivande per i benestanti, che davano molta importanza alla celebrazione del cibo mangiando cacciagione, verdure e frutta prodotti della terra in cui vivevano.
La tavola non era imbandita come oggi perché non esisteva ancora l’uso dei piatti e delle posate. Su un tagliere di legno o una grossa fetta di pane si servivano le pietanze che venivano gustate soprattutto con le mani e, nel caso di zuppe, con un cucchiaio di legno. Le mani, unte dai grassi delle carni, venivano deterse con un telo di lino o in una piccola ciotola piena di acqua portata per l’occorrenza.
Si beveva vino perché anche esso era frutto della terra e si condiva il cibo con le spezie, lo zucchero e l’aceto. Questi elementi erano importanti anche per frollare e conservare le carni non essendoci altre modalità di conservazione.
Altra pietanza che nel tempo ebbe sempre maggiore peso fu il formaggio ricavato dal latte di capra, in quanto se ne intuì il valore ai fini alimentari.
Molto rilevante era l’uso delle uova e, soprattutto, del sale difficile da reperire, sia non essendo Firenze una città bagnata dal mare, sia per le continue lotte con Pisa che invece poteva trarre dall’acqua salata il tanto necessario condimento.
La serata ha avuto inizio con bocconcini di frittata speziate alle erbe, ed è proseguita con i piatti di portata che, nel ricordo del tempo celebrato, sono stati chiamati “servizi” e sono andati dalla frutta di stagione alla zuppa di ceci rossi, alle pietanze a base di cacciagione con cinghiale e capriolo, poi, a seguire, formaggio di capra con le pere cotte e, infine, le castagne, altro frutto di stagione accompagnato da vino cotto.
L’incontro è iniziato con il saluto di Vincenzo D’Antuono che ha narrato del castello, manufatto che vanta origini cinquecentesche, dell’epoca di Dante Alighieri, e di quanto gli ospiti avrebbero gustato in compagnia di Dante Marianacci, noto studioso di Alighieri, che ha parlato del Poeta e della sua opera principale La Divina Commedia, conosciuta e apprezzata in tutto il Mondo, e dell’attrice Franca Minnucci, che ha declamato alcuni versi dell’Opera deliziando i presenti con la sua capacità espressiva.
L’accoglienza nella sala dedicata agli ospiti è stata molto curata sia nel servizio sia negli addobbi e le pietanze sono state preparate dalla brigata di cucina guidata dalla Chef Concetta Alberigo.