Si terrà mercoledì 29 novembre, alle ore 21.00 presso il Teatro Gioia a Piacenza, la significativa rappresentazione teatrale AMALDI L’ITALIANO, testo dell’autrice Giusy Cafari Panico e interpretazione dell’attore Corrado Calda.
Edoardo Amaldi, nato a Carpaneto Piacentino nel 1908 e vissuto a Roma, dove ha dato un grande e fondamentale contributo alla fisica italiana ed europea, andrà in scena con un monologo prodotto dall’Associazione Culturale Muselunghe, dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano e dall’Associazione Edoardo Amaldi, con la partnership del Teatro Gioco Vita.
Amaldi l’Italiano è stato l’unico dei “ragazzi di via Panisperna” a non emigrare all’estero, rinunciando a una prestigiosa cattedra negli Stati Uniti per occuparsi della ricostruzione della fisica e della ricerca italiana ed europea. Lo spettacolo parte dal 1938, anno in cui il famoso gruppo di via Panisperna si disgrega per non ricostituirsi mai più, anche a seguito delle leggi razziali fasciste (Fermi era sposato a un’ebrea ed ebrei erano Segré e Pontecorvo). Amaldi resterà solo in Italia ad affrontare la guerra, finita la quale, dovrà ricominciare pressoché da zero. Lavoratore instancabile, innamorato dell’Italia grazie anche a sua moglie Ginestra, donna straordinaria e grande nazionalista, Amaldi fu inoltre promotore di una collaborazione Europea attraverso la quale questo grande fisico contribuirà in modo fondamentale sia alla nascita del CERN (Consiglio Europeo per le Ricerche Nucelari) sia alla creazione dell’ESA (Europe Space Agency). Il monologo evidenzia la grande operosità di una persona profondamente legata al concetto di pace tra le nazioni e all’ideale di una scienza che potesse circolare liberamente tra gli uomini senza segreti militari e senza scopo di lucro. Lo spettacolo vede in scene Edoardo Amaldi che, ormai anziano ma ancora estremamente vitale e lucido, sta scrivendo una lunga lettera a Fermi dove ripercorre le tappe fondamentali della sua vita di uomo e di scienziato da quando i due si sono separati prima della seconda guerra mondiale. Edoardo ricostruisce non solo i rapporti che hanno dato vita al Cern e all’Esa ma anche il legame che univa i due sullo sfondo dell’intera squadra di via Panisperna lungo un’epoca caratterizzata da grandi avvenimenti storici e scientifici. In particolare, Amaldi farà diverse riflessioni sulle scoperte nucleari e sulla bomba atomica, dolenti ma obiettive, fino alla sua decisione di aderire al movimento pacifista per il disarmo nucleare: Pugwash. L’ultimo capitolo della lettera a Enrico Fermi sarà riservato alle onde gravitazionali, campo che Edoardo Amaldi esplorò per primo in Italia negli anni settanta e che quest’anno è venuto alla ribalta mondiale a seguito dell’assegnazione del Nobel per la fisica all’equipe degli scopritori. Alla fine dello spettacolo, Amaldi si renderà conto che la lettera che stava scrivendo non potrà mai essere recapitata perché Fermi, al momento in cui scrive, è morto da più di trent’anni… L’appuntamento sarà un’occasione imperdibile per immergersi nella vita di un grande italiano, stupendosi per le eccezionali sfide affrontate da quest’uomo di fine intelligenza e animo indomito, che ha lasciato una traccia profonda di sé.