Il Piccolo Museo della Poesia di Piacenza, con la direzione artistica dei poeti Massimo Silvotti, Sabrina De Canio e Giusy Cafari Panico, sabato 9 novembre a Ravenna, organizza la manifestazione Poeti della Piuma in esilio – marcia dei Poeti non silenziosi. L’iniziativa, che figura come la prosecuzione ideale di un’altra manifestazione svoltasi a Firenze il 14 settembre u. s. (la marcia dei Poeti silenziosi che portano il loro museo in regalo), ha quale finalità precipua quella di sensibilizzare l’opinione pubblica nazionale sul grave rischio chiusura del museo della poesia, previsto, se non avvenissero azioni concrete da parte delle Istituzioni, entro il 31 dicembre prossimo. Questa preziosa realtà museale (inaugurata a Piacenza il 17 maggio 2014), autentico gioiello unico nell’intero panorama europeo (pronto a regalarsi formalmente e integralmente, con donazione modale, a chiunque, istituzione pubblica o privata, intenda valorizzarlo offrendo in cambio sede e fondi adeguati per le attività), sta catalizzando da tempo l’attenzione del mondo della poesia contemporanea nazionale, la quale riconosce pressoché unanimemente questa realtà culturale come “la propria naturale dimora”. La marcia di Firenze del settembre u. s. ha visto la fervida partecipazione di una cinquantina di poeti accorsi spontaneamente da numerose regioni italiane; ora, questa di Ravenna, si preannuncia ancor più sentita e significativamente efficace. La marcia dei Poeti non silenziosi, che partirà alle ore 11,30 dal Mausoleo di Teodorico in Via delle Industrie. prevede, dopo un percorso cittadino di circa un’ora e mezza con soste poetiche nei luoghi più fascinosi della città, l’arrivo di fronte alla Tomba di Dante Alighieri; lì, al culmine della suggestione simbolica, verrà letto dal poeta Filippo Ravizza il “Manifesto in difesa della lingua italiana”(di Manzoni e Ravizza), ideato e redatto nell’estate del ’95. Sempre di fronte alla Tomba di Dante, si collegheranno telefonicamente due Maestri della poesia contemporanea, Giampiero Neri (decano dei poeti italiani) e Guido Oldani (ideatore della poetica del Realismo terminale), i quali, attraverso la lettura di proprie poesie, offriranno alla causa del pericolante museo la loro amicizia e vicinanza. Con essi, e con tutti gli altri poeti presenti con le loro liriche, si prefigurerà dunque una grande silloge collettiva, una preziosa crestomazia italiana in difesa dell’unico museo della poesia operante in Italia; il tutto sotto lo sguardo paterno dell’esule per eccellenza della poesia, quel Sommo Poeta cui rivolgere versi, come ad invocarne la protezione.