Libri: “Una remota stazione – Raccolta antologica (1997- 2023)” di Bruno Bartoletti


Pregevole è l’opera Una remota stazione – Raccolta antologica (1997 – 2023) di Bruno Bartoletti, Youcanprint, 2023. Le poesie offrono una riflessione profonda e toccante sulla natura transitoria dell’esistere e sulle interiori allegorie degli arrivi e delle partenze, che sono le esperienze universali nella vita di ognuno di noi. I versi esprimono l’essenza di tali momenti evocando le emozioni, i ricordi, le attese e le meditazioni degli inevitabili andirivieni delle nostre esistenze. I componimenti evocano l’analogia con un viaggio in cui la destinazione può rappresentare nuove opportunità, speranze e incontri significativi, la conoscenza di sé e degli altri, nuovi luoghi e culture, mentre il distacco riverbera nostalgie, crescita, il coraggio di accettare il passato per acquisire la consapevolezza di dove siamo giunti. D’altra parte, il futuro è come un treno in arrivo o in partenza con i suoi numerosi passeggeri: alcuni viaggeranno sempre al nostro fianco, altri nel tempo lasceranno un vuoto permanente tra gioie, dolori, aspettative, saluti e addii. Ci sono infinite possibilità che ci aspettano, anche quella di un ultimo tragitto. L’incertezza di quando scenderemo all’ultima stazione ci ricorda di vivere in modo pieno e autentico, facendo sì che, nel momento in cui accadrà, lasceremo dietro di noi un’eredità di bellissimi ricordi. Se partirai per Itaca / ti aspetta un lungo viaggio / ricco di avventure e conoscenza: la metafora dell’isola natale di Ulisse nell’Odissea di Omero simboleggia l’umano percorso, spesso più importante della stessa meta, denso di sfide, ostacoli, ritardi, cambiamenti di rotta e insegnamenti che ci formano e ci trasformano inseguendo il sogno o l’obiettivo che ognuno di noi desidera raggiungere. È un invito a valorizzare ogni passo del nostro itinerario, a imparare dalle difficoltà e ad apprezzare quello che resta lungo la strada che si riduce. L’Autore, con la sua incisiva cifra stilistica, rende tangibili le transizioni dell’esistenza. Il raffinato linguaggio poetico trasmette la complessità dei sentimenti attraverso immagini potenti declinate in modo suggestivo, coinvolgendo a ripercorrere la propria intima evoluzione tra albe e tramonti, luci, ombre e terre lontane. Una remota stazione non è soltanto una raccolta antologica ma un’esperienza di lettura davvero significativa, un invito a esplorare il nostro cammino nella perenne ricerca dell’uomo, a vivere con amore accettando che ogni fine può essere anche un nuovo inizio “nei labirinti dell’esistenza / e ancora emozioni che respirano / nelle inquietudini del domani”. Come dalla descrizione della raccolta: “Non sappiamo se ci saranno ancora altre parole. Le parole arrivano, passano, ritornano, a volte riposano per anni, ma sono lì, aspettano solo di prendere forma. Il tramonto si avvicina e le foglie cominciano a cadere, una dopo l’altra, piano ma con moto inarrestabile. Sono le foglie che hanno consumato tutta una esistenza sotto il sole o nel vento e che hanno amato e sorriso ai tanti che di qui sono passati. Altre foglie verranno, non noi, i nostri rami si stanno seccando. Ora lo sappiamo con certezza e lo sapeva anche Giovanni Drogo, il protagonista dello splendido romanzo di Dino Buzzati, che, dopo aver consumato una vita in attesa dei nemici, stanco e malato, steso in un anonimo letto di una locanda, sapendo che tra poco dovrebbe levarsi la luna, dà uno sguardo fuori della finestra, una brevissima occhiata, per l’ultima sua porzione di stelle. Poi nel buio, benché nessuno lo veda, sorride. Questo sorriso è ciò che ci salva, la consapevolezza che in fondo, nonostante tutto, qualcuno ci aspetta sempre dietro l’angolo. Questa antologia, che raccoglie le cose migliori, o presunte tali, in tanti anni di lavoro, vuol essere un ringraziamento a quanti hanno avuto la bontà di accompagnare l’Autore. Che sia questo un viaggio, se non verso l’oceano, almeno verso quel piccolo mare che ciascuno porta dentro di sé”.
Bruno Bartoletti nasce a Montetiffi, ma dall’età di due anni abita a Ponte Rosso di Pietra dell’Uso, piccola frazione del comune di Sogliano al Rubicone (FC) dove ora risiede. Laureatosi nel 1967 in Materie Letterarie presso l’Università degli Studi di Genova, nel 1974 è nominato assistente ordinario alla cattedra di storia della letteratura italiana moderna e contemporanea presso l’Università degli Studi di Torino, nomina a cui rinuncia per dedicarsi all’insegnamento. Svolgerà dal 1981 al 2008, anno della pensione, la funzione di preside negli istituti tecnici. Uomo di scuola e promotore culturale, solo molto tardi inizia a pubblicare: nel 1997 Trasparenze – Frammenti di memorie; nel 2000 Le radici; nel 2001 Parole di Ombre; nel 2005 Il tempo dell’attesa; nel 2012 Sparire in silenzio ritrovando il vento delle strade; nel 2017 I volti non hanno più nome; nel 2019 Eppur, felice te che al vento. Nel 2017 esce il saggio È sempre lunedìVoglio ringraziarvi tutti per avermi concesso di insegnare” in cui raccoglie le sue esperienze di scuola; nel 2018 Ma i veri viaggiatori partono per partire: è il suo primo libro di narrativa, portato scena nel 2019 dalla Compagnia teatrale “Samarcanda”, con la regia di Nais Aloisi. Nel 2021 Lunga è la notte che non trova mai giorno; nel 2022 Storia incompiuta di un solitario viaggiatore.